Riforma fiscale: la delega all’esecutivo per un fisco tutto nuovo

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Entro il mese di maggio la legge di delega al Governo per la riforma fiscale dovrà essere convertita dal Parlamento. A partire da quel momento, secondo gli intenti della maggioranza, partirà una vera e propria rivoluzione del sistema tributario nazionale, da attuarsi tramite lo strumento dei decreti legislativi, emanati in osservanza dei principi cardine definiti dalla legge delega stessa. Il tutto, secondo le intenzioni, da portare a termine entro 24 mesi, durante i quali, un passo alla volta, ciascun “mattone” dell’attuale sistema tributario sarà oggetto di revisione, più o meno approfondita. A tracciare il solco entro il quale l’Esecutivo potrà muoversi nel riscrivere le norme è, come si è detto, la legge delega (si veda la Relazione illustrativa); nel seguito una prima disamina dei principi posti alla base del fisco prossimo venturo.

Indice

1. La nuova IRPEF verso la tassa piatta
2. Cancellazione dell’IRAP
3. Concordato preventivo, compliance e collaborazione
4. Redditi di lavoro autonomo
5. Redditi di impresa
6. Riordino e semplificazione
7. Statuto del contribuente, dialogo con l’Agenzia delle Entrate e armonizzazione normativa

1. La nuova IRPEF verso la tassa piatta

Le modifiche in materia di IRPEF saranno attuate a step. In prima battuta, ed in tempi celeri, un primo intervento riguarderà la progressività di imposta, con la riduzione degli scaglioni a tre, ed una revisione delle detrazioni.

Due sono gli obiettivi perseguiti: arrivare, entro il biennio, alla cd. “tassa piatta” ad aliquota unica, garantendo la progressività di imposta mediante l’introduzione di una “no tax area”, ed equiparare in toto la tassazione dei redditi di lavoro autonomo a quelli di lavoro dipendente, obiettivo che potrà essere raggiunto solo rivedendo l’attuale meccanismo delle detrazioni, in ragione del quale, paradossalmente, spesso il lavoratore dipendente versa un’IRPEF minore del lavoratore autonomo pari reddito.

Nel frattempo, si lavora ad un ampliamento della flat fax incrementale, non solo più limitata all’anno di imposta 2023, e resa applicabile anche ai redditi di lavoro dipendente.

2. Cancellazione dell’IRAP

Altra misura annunciata è la progressiva eliminazione dell’IRAP, già cancellata per gli imprenditori individuali e gli studi unipersonali, in via di cancellazione a breve anche per le società di persone e gli studi associati. Da ultimo, le società di capitali, secondo tempistiche da definire.

Annunciata tuttavia, in sostituzione dell’IRAP, una sorta di sovratassa calcolata secondo i criteri IRES, che potrebbe andare ad interessare tutti i contribuenti.

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3. Concordato preventivo, compliance e collaborazione

L’esecutivo punta sulla compliance, sugli accordi preventivi e, in generale, sulla collaborazione con i contribuenti. Un “fisco amico”, teso a consentire di rimediare a costi ragionevoli ai mancati pagamenti dovuti a difficoltà temporanee, ma più severo con i veri evasori.

Torna in pista anche un’ipotesi che già era emersa negli anni passati, cui tuttavia non era stato dato concreto seguito, relativa alla possibilità concessa ai piccoli contribuenti di concordare in via preventiva il reddito tassabile per i due anni successivi, mantenendo in essere tutti gli obblighi contabili, ma rendendo del tutto irrilevanti dal punto di vista fiscale gli eventuali maggiori risultati economici conseguiti (ma ciò dovrebbe valere, attenzione, anche nel caso opposto, ovvero nel caso di un reddito effettivo inferiore a quello concordato).

4. Redditi di lavoro autonomo

Aggregazione tra professionisti più semplice: l’intenzione è infatti quella di rendere fiscalmente neutra l’operazione, sia sotto forma di studio associato che di STP. A supportare ulteriormente l’indirizzo, che ovviamente concorrerebbe a far nascere realtà di maggiori dimensioni, la previsione della possibilità di richiedere l’applicazione della ritenuta d’acconto in misura ridotta in presenza di un numero rilevante (da definirsi) di dipendenti, similarmente a quanto già è attualmente previsto per gli agenti e rappresentanti.

5. Redditi di impresa

Come si è detto, la flat tax incrementale potrebbe entrare in vigore a regime. Inoltre, vengono annunciati meccanismi atti a premiare coloro che investono e assumono a tempo indeterminato. In tal senso l’IRES potrebbe scendere fino al 15%, allineata all’indirizzo della “tassa minima europea”, con l’intento di attrarre investimenti esteri.

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6. Riordino e semplificazione

Tra gli obiettivi anche un riordino generale della “giungla” di tributi e balzelli attualmente previsti, talmente numerosi da rendere antieconomico persino per l’erario la gestione degli stessi. Posto che l’intera riforma fiscale deve essere comunque “a costo zero” per le casse statali, resta da verificare come il gettito mancante verrà compensato.

7. Statuto del contribuente, dialogo con l’Agenzia delle Entrate e armonizzazione

Tra i primi passaggi attesi vi è la revisione dello statuto del contribuente, che dovrebbe assurgere al ruolo di legge fondamentale, mentre attualmente è, con ogni probabilità, la norma più disattesa di tutti i tempi.

Potrebbe cambiare anche il rapporto con l’Agenzia delle Entrate, con l’utilizzo dell’intelligenza artificiale al fine di filtrare preventivamente gli interpelli aventi carattere ripetitivo, e poter concentrare le risorse su quelli più compressi. Sul punto, grande polemica ha suscitato l’annuncio che per tali casi potrebbe essere richiesto di pagamento di un compenso, e non resta che attendere gli sviluppi.

Un punto fermo, previsto dalla legge delega, è invece quello della riscrittura “in codici” delle norme, attualizzate e depurate della stratificazione di ulteriori disposizioni che negli anni è venuta a crearsi a seguito di troppi interventi scoordinati tra loro.

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