Intelligenza Artificiale: l’aiuto intelligente

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Si sente ormai parlare da più parti di Intelligenza Artificiale: un termine che in prima analisi può destare sospetto, ma che nel tempo può invece diventare un “compagno di viaggio” quale abilitatore di nuove opportunità di business per lo studio professionale, liberando risorse preziose da attività ripetitive come la contabilizzazione delle fatture elettroniche e della prima nota banca. L’Intelligenza Artificiale potrà (o dovrà) definirsi “Aiuto Intelligente”?

Indice

1. La definizione di Intelligenza Artificiale
2. L’utilizzo delle tecnologie di Intelligenza Artificiale
3. L’Intelligenza Artificiale e gli studi professionali
4. La sfida degli studi professionali

1. La definizione di Intelligenza Artificiale

Come far comprendere meglio al lettore cosa sia l’Intelligenza Artificiale se non chiedere direttamente a lei – interrogando ChatGPT [1]?

La domanda: “Ciao CHATGPT, scrivimi la definizione di intelligenza artificiale nelle sue varie tipologie con un testo che sia leggibile e interpretabile da persone inesperte nella materia”.

La risposta: “Certo, sono felice di aiutarti!

L’intelligenza artificiale (IA) è una vasta area di ricerca che mira a creare sistemi informatici in grado di emulare alcune delle capacità umane di apprendimento, ragionamento, percezione e decisione. Esistono diverse tipologie di intelligenza artificiale, ognuna con scopi specifici e differenti livelli di complessità.

La prima tipologia è l’IA debole o ristretta, che è progettata per risolvere specifici problemi o compiti molto limitati. Ad esempio, un sistema di IA debole potrebbe essere utilizzato per riconoscere la voce umana o per classificare le immagini.

La seconda tipologia è l’IA forte o generale, che mira a creare una macchina capace di risolvere una vasta gamma di compiti complessi in modo autonomo. L’IA forte è ancora in fase di sviluppo e non esiste ancora una macchina che possa essere considerata “intelligente” in questo senso.

Un’altra tipologia di IA è l’apprendimento automatico (machine learning), che utilizza algoritmi per far apprendere ai computer dai dati, senza che venga programmato esplicitamente ogni singolo passo da compiere. Questa tipologia di IA è utilizzata per riconoscere pattern nei dati, come ad esempio per identificare spam nelle email o per prevedere il comportamento dei clienti.

Infine, l’IA cognitiva si concentra sullo sviluppo di macchine in grado di eseguire compiti tipicamente associati all’intelligenza umana, come il riconoscimento del linguaggio naturale e la comprensione del contesto. Questa tipologia di IA viene utilizzata ad esempio nei chatbot o negli assistenti vocali come Siri o Alexa

[1] ChatGPT è un potente strumento di elaborazione del linguaggio naturale, che può essere utilizzato per la creazione di una vasta gamma di applicazioni (completamento e suggerimento del testo, traduzione automatica, riassunti, creazione di contenuti). (Wikipedia).

2. L’utilizzo delle tecnologie di Intelligenza Artificiale

L’Intelligenza Artificiale sta fornendo a molte aziende nuove competenze e metodologie di lavoro che consentono loro di realizzare processi in grado di elaborare enormi quantità di informazioni in tempi ristrettissimi ottenendo risultati a volte con un differenziale, in termini di risparmio di tempo/uomo, strabiliante.

Ne è un esempio Sogei che, attraverso l’IA, è riuscita a rilevare in tempi ristrettissimi (sovrapponendo le fotografie territoriali ai dati geografici e topografici) le incongruenze tra quanto presente sulle mappe catastali e quanto presente nella realtà, ottimizzando l’utilizzo delle risorse a disposizione e snellendo il carico di lavoro umano in un rapporto di 1 a 7.[2]

È indubbio pensare che l’Intelligenza Artificiale applicata a operazioni quanto più ripetitive e standardizzate possano “sostituire” alcune tipologie di lavoro umano ma è altrettanto vero che le eccezioni e le criticità resteranno, almeno nel medio periodo, di appannaggio dell’uomo, tanto più quanto questo sarà costantemente “formato” per stare al passo con la mutevolezza del digitale.

[2] Nella diapositiva proiettata durante l’evento di presentazione dei risultati della ricerca dell’Osservatorio Intelligenza Artificiale del Politecnico di Milano, grazia all’utilizzo della IA, Sogei è riuscita in solo dieci ore a ottenere un risultato sette volte maggiore di quello ottenuto da “n” persone in 12 giorni: circa 6,5mila fabbricati con problematiche contro le 940 rilevate dall’uomo (Milano, 02/02/2023).

3. L’Intelligenza Artificiale e gli studi professionali

Ci sono esempi di studi legali internazionali che, quali “apripista”, stanno utilizzando l’Intelligenza Artificiale per ridurre i costi, sviluppare strategie, valutare i rischi e diventare più produttivi.

Ma quali possono essere le applicazioni dell’Intelligenza Artificiale per gli studi professionali?

Innanzitutto, ci si può aspettare (o pretendere) che la contabilità sia veramente (e aggiungo finalmente) automatizzata, sia in termini di registrazione puntuale e corretta delle fatture elettroniche che di inserimento della prima nota banca legata all’acquisizione automatica dei flussi interbancari (con l’aiuto della PSD2).

Per fare questo occorre passare da una logica di inserimento a una di verifica. Da un concetto di lavoro svolto in termini di “quantità” si passa a quello di “qualità”, più qualificante; il tempo “liberato” sarà utilizzato per fornire servizi a valore aggiunto per il cliente.

Si tratta di un vero e proprio cambio di mentalità, non facile ma doveroso, per poter stare al passo coi tempi e rispondere compiutamente e per tempo alle nuove esigenze della clientela, oggi più che mai stretta tra un mercato fluido e concorrenziale e un legislatore che impone regole di condotta e controllo precise (ne sono un esempio la normativa sugli ESG o sulla “crisi di impresa”).

Con tutta probabilità vedremo uno sviluppo delle soluzioni volte a risolvere le questioni più semplici e ripetitive, per poi arrivare a quelle più complesse. In questo contesto, i titolari di Studio dovranno porre molta attenzione agli impatti organizzativo/operativi conseguenti, ai rapporti con i collaboratori e la clientela.

4. La sfida degli studi professionali

In un contesto come quello italiano dove la maggioranza dei quasi 120.000 colleghi svolge la professione organizzata in piccoli studi professionali (commercialista con 1 o 2 collaboratori/dipendenti) che si trovano oberati da innumerevoli adempimenti e attività quotidiane, esigenze della clientela da soddisfare, problemi da risolvere e dove, forse, non ci si può neppure permettere di alzare il prezzo della propria prestazione o recuperare altra clientela perché significherebbe dover aggiungere un altro fidato collaboratore il cui costo (almeno inizialmente) non sarebbe coperto dall’incremento di fatturato atteso.

Dunque, la possibilità di poter contare su un “aiuto dalla macchina” per, come accennato in precedenza, far svolgere quel lavoro di routine come il data entry delle fatture elettroniche può e deve essere accolto positivamente.

L’Intelligenza Artificiale pone lo studio professionale nella possibilità di compiere finalmente quel passo verso una automazione contabile (oramai necessaria) senza particolari sforzi tecnologici, liberando finalmente tempo prezioso per fornire quei nuovi servizi auspicati e lasciati da parte per mancanza di tempo o, semplicemente, per permettersi qualche giorno di riposo in più.

Per fare questo occorre formare il proprio personale affinché possa svolgere nuove mansioni professionali e affrontare con serenità il cambiamento (già avviato con l’avvento della fatturazione elettronica e, si può aggiungere, anche durante il periodo pandemico che ha rivoluzionato le modalità operative di studio); una formazione quindi a 360° che non può dimenticare anche la sfera digitale.

L’intelligenza Artificiale, o Artificial Intelligence, a me piace definirla come un “Aiuto Intelligente” a servizio dello studio professionale, capace di fornire nuovi strumenti per assecondare le sempre più crescenti esigenze della clientela e, nel contempo, ottemperando alle nuove richieste di compliance volute dal legislatore o semplicemente dovute per far parte di un determinato mercato.

Ne abbiamo parlato il 17 maggio a Milano, al Convegno – L’Intelligenza Artificiale al servizio del Commercialista.

L’Intelligenza Artificiale al servizio del Commercialista

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